PSM in ritiro spirituale
PSM ha tenuto negli scorsi giorni i ritiri spirituali locali, regionali e nazionale per i suoi aderenti. Il ritiro spirituale [Ribat] è una pratica raccomandata da Dio nel sublime Corano: “O voi che credete, perseverate! Incitatevi alla perseveranza, e rabitu (fate il ribat) e temete Dio, sì che possiate prosperare.” Questo versetto invita alla perseveranza e alla costanza nel percorso verso il Misericordioso, il significato di “rabitu” è illustrato meglio dal seguente insegnamento del Messaggero di Dio, su di lui la pace: “Volete che vi indichi ciò che rimette i peccati ed eleva i gradi?” Risposero: “Certo che sì, O Messaggero di Dio!” Disse: “Fare l’abluzione in condizioni difficili, moltiplicare i passi alla moschea e attendere una preghiera dopo l’altra in moschea. Questo è il Ribat! Questo è il Ribat! Questo è il Ribat!”.
Gli aderenti PSM hanno sfruttato questi giorni di vacanza per riunirsi e rispondere all’invito di Dio e all’appello del Suo Profeta, pace su di lui, per consacrare se stessi completamente al Signore Altissimo, purificare il loro animo ed evolvere nel percorso verso l’Amorevole, bussando instancabilmente alla Sua porta. I ritiri di quest’anno hanno coinciso, per grazia di Dio, con il benedetto mese di Rabi’ Al-Awwal, il mese della Nascita del Messaggero di Dio, su di lui la pace, il clima pertanto era impegnato da questo sublime ricordo e da questa immensa gioia.
Il programma dei ritiri spirituali è pensato per organizzare il limitato tempo a disposizione in diversi momenti di raccoglimento, scanditi dalle orazioni rituali e quelle supererogatorie, dalla recitazione del sublime Corano e dall’apprendimento della lettura del suo testo e dalla memorizzazione dei suoi versi, ambizione questa di ogni musulmano e il ritiro spirituale aiuta nella realizzazione di questa immensa aspirazione.
La giornata dei partecipanti inizia nel pieno della notte, con una sessione di lettura del Corano e di ricordo di Dio (ad-dhikr), ripetendo frequentemente la buona parola [al-kalima at-tayiba], la ilaha illa Allah, che rinnova la fede nel cuore, come ci informa il Messaggero di Dio; questa prima sessione è seguita dalla preghiera notturna collettiva del witr an-nabawi, una serie di undici raka’at (cicli che compongono la preghiera) in cui si recita con salmodia, intensità e presenza il Verbo di Dio, ci si prosterna a Lui e Lo si invoca implorando la Sua Grazia, il suo Amore e la Sua Vicinanza. Una volta assolta la preghiera del Fajr, si rimane seduti rivolti verso la Qibla, ricordando Dio con la buona parola sino al sorgere del sole, dopo una breve sessione riposo il programma riprende con la recitazione, l’ascolto e la memorizzazione del sublime Corano, il ricordo di Dio attraverso la buona parola, l’invocazione della pace e della preghiera di Dio sul Messaggero, e riflessioni spirituali che nutrono il cuore di spiritualità e la mente di saggezza e sapienza, il tutto in uno stato di digiuno fino al tramonto, giacché il digiuno è lo stato più propizio per l’elevazione spirituale dell’anima alleggerita verso la Luce divina.
Dopo l’interruzione del digiuno, riprende il denso programma spirituale con diverse riflessioni incentrate quest’anno sul concetto dell’Ihssan, l’eccellenza, in ogni aspetto della nostra vita.
L’Ihssan è inoltre la ricerca del perfezionamento etico e spirituale, è l’ultimo stadio nel cammino ascendente del musulmano verso Dio, è il trampolino di lancio per il viaggio nello spazio infinito della spiritualità; ihssan è anche perfezionare, compiere con eccellenza ogni nostra azione in questo mondo, poiché come ci insegna il Profeta: “Dio ha prescritto l’Ihssan per ogni cosa.”
L’Ihssan è inoltre richiesto nelle relazioni con l’altro, musulmano o non, le quali devono essere basate sul hadith: “Non è credente chi non ama per il proprio fratello ciò che ama per se stesso.” la regola generale è quindi amare il prossimo, desiderare il bene per il prossimo, anche dell’ostile, il Messaggero, pace su di lui, ci raccomanda di “avvicinare coloro che ci allontanano, dare a coloro che ci privano e perdonare coloro che ci fanno del male.” E ci insegna che l’amore di Dio è riservato a coloro che sono utili alle Sue creature, Dio quindi si compiace di colui che apporta il bene alle Sue creature e s’adira con chi reca danno ad esse.
I ritiri spirituali si sono svolti in un clima caratterizzato dalla fratellanza e dall’amore sincero, giacché l’amore per l’altro è la strada più breve e più rapida per meritare l’amore del Signore Amorevole.
Qui alcune immagini dal ritiro nazionale che si è tenuto in provincia di Bologna dal 26 al 30 dicembre: