Internet e l’educazione, un bene o un male?
di Francois Clarinval
Sono in corso molti dibattiti sui vantaggi e i danni di Internet. Spesso questo dibattito è legato a quello sull’educazione dei bambini. Ad internet, in quanto mezzo di comunicazione, potremmo applicare ad esso la nota sentenza attribuita ad Esopo: “La lingua è la migliore e la peggiore delle cose”. In questo articolo, vorremmo provare a far luce su questa domanda cruciale.
Perché Internet ha successo?
Quando si affronta la questione degli impatti e della portata di Internet, è importante definire a che livello ci poniamo: funzionale, formale, di contenuto, sociologico, politico, psicologico, ecc. Se ci situiamo a ciascuno di questi livelli, Internet presenta vantaggi e svantaggi. A livello funzionale, ad esempio, Internet presenta indubbiamente molti vantaggi. Ma se ci situiamo a un livello più profondo, è legittimo preoccuparsi; e tanto più se guardiamo a questa innovazione tecnica da un punto di vista storico più ampio: quello dell’evoluzione della modernità. Ci sono diversi motivi che spiegano il successo di Internet. Propongo di identificarne uno, concernente più specificamente la società occidentale e neoliberale moderna.
Appare, sempre più chiaramente, alla luce dell’uso che si fa oggi di Internet, che quest’ultima sia inghiottita da una faglia esistenziale. La nostra proposta è di collegare questa faglia all’indebolimento del legame individuale di attaccamento affettivo nelle società postindustriali, le quali richiedono agli individui un impegno quasi totale. Questo impegno, questo sacrificio degli individui sull’altare del profitto, ha, in effetti, portato le donne, in particolare, a rinunciare alla loro missione di amore e di educazione verso i propri figli, fin dalla tenera età, attraverso abbandono precoce, o addirittura totale, dell’allattamento al seno, il ricorso quasi sistematico agli asili nido, l’eccessivo stress legato al moltiplicarsi delle ingiunzioni (essere una buona madre, essere una donna emancipata, ecc.).
Questa situazione, iniziata una sessantina di anni fa, e resa possibile dalla contestazione della religione e da un rifiuto di Dio precedenti, ha prodotto, nel complesso, una generazione di bambini – le donne e gli uomini attuali – e produce ancora bambini, che non hanno potuto, o non possono, svilupparsi affettivamente in modo adeguato e il cui legame di attaccamento all’altro è stato, quindi, indebolito, persino dislocato. Ora, quello che offre Internet è proprio un legame, l’illusione di un legame, un surrogato. Ed è un surrogato rassicurante, nonostante (o grazie a) le sue conseguenze negative (dispendio di tempo, compulsioni …).
Internet è rassicurante perché permette di controllare / padroneggiare il legame, consente una modellazione individuale e intercambiabile del legame, consente di fare la “scelta” (consumistica) dei legami che vogliamo, essa reifica il legame, ti permette di “giocare” con il legame – quindi domarlo, metterlo a distanza, proteggersi da esso. Tutto ciò tende a rassicurare una generazione che è in profonda difficoltà per quanto riguarda il legame di attaccamento all’altro. La posta in gioco dietro questa tragedia umana è di assoluta importanza. Infatti, quando l’uomo indebolisce il suo legame con gli altri, indebolisce il suo legame con Dio, e quindi si apre sotto i suoi piedi “l’abisso dell’infraumano e della bestialità”. (1)
Ravvivare il legame
È qui che vediamo, nell’educazione spirituale, in senso profetico, l’importanza della Buona Compagnia all’interno del Gruppo (Suhba e Jamaa), che assicura sia il legame spirituale con Dio che con i nostri contemporanei (aspetto sociale). Molte nozioni e valori nel modello profetico sono, infatti, attivatori del legame con l’altro e con Dio (la presenza a Dio, l’invocazione a favore dei fratelli, ecc.). Essi sono antidoti a questa impresa di dissoluzione dei legami tra gli uomini, la cui finalità è la dissoluzione – che, per fortuna, non potrà mai essere pienamente realizzata – del legame con Dio, a favore di un legame fittizio, egocentrico, narcisistico. Narciso, ci dice la mitologia, è colui che si contempla nel suo riflesso. Internet dà, in effetti, l’illusione di essere in una relazione, di produrre legame, mentre non fa altro che restituire all’utente la propria immagine.
Internet è quindi, insidiosamente, al di fuori del suo aspetto pratico e funzionale (che ne costituisce la legittimazione), un’impresa di dissoluzione. Da questo punto di vista, Internet, in questo contesto di acculturazione e alienazione neoliberale, non è “riformabile”; è solo modulabile.
Questo è il motivo per cui, da quando Internet è diventato, che ci piaccia o no, imprescindibile, soltanto l’educazione, e principalmente l’amore, combinato con adeguate disposizioni tecniche (possiamo essere innovativi ma niente può sdoganarci dall’educazione in senso generale) possono fungere da salvaguardia e mantenere, nell’Uomo, il suo legame più essenziale, che è il suo legame con Dio.
(1) Significato espresso dal Prof. Abdessalam Yassine nel suo libro Islam e modernità, paragrafo “il postulato bestiale”.