Imam Abdessalam Yassine, uomo di educazione e di sapienza
Tra pochi giorni, il 13 dicembre, ricorre il secondo anniversario della scomparsa dell’imam Abdessalam Yassine. In quest’occasione vorremo porre l’accento su alcuni elementi nella figura dell’imam, nel suo pensiero e nella sua opera.
L’imam Abdessalam Yassine nasce nel 1928 a Marrakech (Marocco), pedagogo di professione, oltre a essere un autorevole sapiente islamico, è un acuto studioso della filosofia e delle scienze moderne.
L’Imam è stato un rinnovatore e riformatore alla stregua dei grandi della storia, è considerato da attenti osservatori uno dei più illustri teorici del movimento della rinascita islamica, ed è il fondatore della scuola della Via/Metodo Profetico [Madrassat al Minhâj an-Nabawi], una scuola di rinnovamento e di rilettura dei riferimenti scritturali, che attinge principalmente dai Testi di riferimento dell’Islam, il nobile Corano e la Tradizione del Profeta, pace su di lui, con uno sguardo nuovo e per un contesto nuovo, il cui scopo è ricostruire la personalità islamica e la Umma, la Comunità di fede islamica, portatrice del Messaggio di giustizia, di pace e di amore per l’umanità.
Il suo pensiero è elaborato in dettaglio nella sua fitta bibliografia: più di trenta libri, centinaia di conferenze, articoli e lettere. Libri come Al-Minhaj An-Nabawi [Il Metodo Profetico], Al-Ihssan [L’Eccellenza spirituale], Al-‘Adl [La Giustizia] oppure Tanwir Al-Muminat [L’illuminazione delle credenti] e molti altri espongono un autentico e concreto metodo di educazione, formazione e organizzazione. L’obiettivo ultimo che egli delinea per la Comunità di fede musulmana, la depositaria dell’Ultimo Messaggio divino agli uomini, è la testimonianza al mondo intero del valore di questo Messaggio: “Messaggio di pace per un mondo violento, Messaggio di senso per un mondo disorientato, Messaggio spirituale per l’uomo moderno malato della propria modernità,…” [dal libro “Islam e Modernità”].
La finalità del Minhaj An-Nabawi è l’implementazione della giustizia nella società e della spiritualità nei cuori dei suoi cittadini, Al-’Adl wa_l’Ihssan [giustizia e spiritualità], pace con il creato e con il Creatore, integrità e rettitudine morale, giustizia sociale e prosperità universale, una vita dignitosa per tutti gli uomini, fratelli e sorelle nella fede e/o nell’umanità.
L’imam è inoltre e anzitutto una Guida spirituale amata e stimata, nella cui compagnia miriadi di fedeli in tutto il mondo hanno potuto intraprendere il cammino [suluk] che conduce a Dio Altissimo secondo la tradizione del nobile Profeta, pace su di lui.
Nella visione dell’imam Yassine l’Islam non è una prerogativa degli arabi e il suo Messaggio deve essere trasmesso in maniera opportuna, mite e pacifica. Secondo l’imam le musulmane e i musulmani, per realizzare il cambiamento voluto nella società dovrebbero cominciare da loro stessi, purificando i loro cuori e il loro ego dalle cattive tentazioni e dai malvagi propositi, prendendo ispirazione dal modello perfetto del Profeta Muhammad, che Dio lo benedica e gli conceda la pace, modello di misericordia e di eccellente spiritualità.
L’Imam Yassine è stato definito anche il Ghandi dell’Islam, per l’estesa teorizzazione che ha proposto nella sua opera al concetto della nonviolenza e per l’eccellente esempio che ne ha dato in prima persona. Scrive in uno dei suoi primi libri nel lontano 1971: “Ci rifugiamo in Dio dal vizio della violenza, che è una caratteristica dell’ignoranza di Dio. Non faremo mai appello alla violenza poiché l’islam non si è imposto con la violenza e non lo farà mai.” E in occasione di un convegno organizzato negli Stati Uniti nel 2005, l’imam ebbe a dire: “Il nostro Profeta non è stato inviato che come misericordia per tutte le creature. Quindi siate misericordiosi, non cedete alla violenza e invitate la gente a Dio con dolcezza e amore: amore per l’umanità, dolcezza per l’umanità, misericordia per l’umanità. Che Dio ci salvi da coloro che uccidono, bruciano, si fanno esplodere e spargono sangue innocente.”