La celebrazione della nascita del Messaggero della Misericordia ﷺ
La comunità islamica nel mondo celebra in questi giorni l’anniversario della Nascita [al-Mawlid] dell’eletto da Dio come sigillo dei Suoi Messaggi all’umanità. Il dono della nascita del Profeta Muhammad, pace su di lui, costituisce in sé un gesto di particolare attenzione e di infinita misericordia da parte di un Dio Paziente e Indulgente, espresso verso le Sue creature umane per ricordare loro la loro natura prima e la Via che conduce a Lui.
Dice l’Altissimo nel sublime Corano descrivendo la missione del Suo ultimo Messaggero agli uomini: “Non ti inviammo se non come misericordia per il Creato.” E in un altro passo del sublime Libro Egli dice: “Dì che gioiscano della grazia di Dio e della Sua misericordia, ché ciò è meglio di quel che accumulano.” Mostrare quindi la gioia e ricordare la misericordia divina è un atto di obbedienza a tale comandamento divino.
Al Profeta, pace su di lui, quando fu chiesto della ragione del suo digiuno il giorno del lunedì rispose: “Quello è il giorno in cui sono nato.” Deduciamo quindi che egli dedicava una particolare attenzione al giorno della sua nascita, non soltanto una volta all’anno bensì almeno cinquanta volte l’anno. Apprendiamo anche dal Messaggero di Dio, pace su di lui, che suo zio Abu Lahab, promesso all’inferno nel Corano, beneficia di un alleggerimento della pena ogni lunedì, giorno in cui mostrò la sua gioia per la nascita del nipote Muhammad liberando la sua schiava “Tuwaiba” che venne ad annunciargli la buona novella. Inoltre apprendiamo dalla vita del Profeta, pace su di lui, che egli ha celebrato il giorno della salvezza di suo fratello il Profeta Mosè, che la comunità ebraica di Medina celebrava il decimo del mese lunare di Muharram.
Questi non sono che alcuni argomenti che, lontano dal divinizzare la figura del Messaggero di Dio, devono consentirci di dare libero sfogo alla gioia e all’amore in questa lieta occasione, di irrigare i nostri cuori con il suo soave ricordo e l’invocazione della pace e della preghiera di Dio su di lui.
D’altronde, come non celebrare la sua nascita se tutta la creazione ha celebrato questo importante avvenimento: si narra che sua madre Amina vide una luce che usciva dal proprio corpo assieme a lui, nello stesso momento la madre di ‘Utman ibn Abi al-’As vide le stelle farsi vicine e una luce sorgere così luminosa che non poté distinguere più nulla. Safā, madre di ‘Abd al-Rahmān ibn ‘Awf, rammentò che al momento del parto, quando il bambino le venne tra le mani, udì una voce che diceva: «Iddio abbia misericordia di te»; poi l’intero orizzonte, da Oriente a Occidente, le si illuminò. E queste non sono che alcune meraviglie narrate da fonti autentiche sugli avvenimenti che accompagnarono la sua venuta al mondo, pace e benedizione di Dio siano su di lui.
Cieca sarà la nostra percezione se questo lieto avvenimento non suscitasse alcuna emozione nei nostri cuori!
La nostra relazione con il Profeta di Dio, lungi dall’essere una pura relazione intellettuale, razionale, deve essere innanzitutto spirituale, basata sull’amore, il seguito e l’obbedienza a questo illustre essere eletto da Dio e inviato da Lui come misericordia per tutta l’umanità.
“Dì, se amate veramente Dio, seguitemi e di Dio vi amerà e vi rimetterà i vostri peccati.”
Amare il Profeta, pace su di lui, più anche di se stessi è un segno di completamento della fede, è ciò che fa assaporare la dolcezza della fede, passando da una “fede” che recitiamo a una fede che gustiamo e viviamo! Il benamato Profeta, pace su di lui, ci informa che “Tre cose fanno assaporare la dolcezza della fede: amare Dio e il Suo Profeta più di ogni altra cosa, amare il proprio fratello unicamente per l’amore di Dio e disprezzare di ritornare nella negazione come si disprezza di cadere nel fuoco.”
I compagni, che erano consapevoli che le loro azioni da sole non avrebbero mai potuto farli giungere al livello dell’amato Profeta in modo da poterlo accompagnare anche nel Paradiso, sono stati molto felici nell’apprendere che “la via dell’amore” potrà assicurare loro questa inestimabile compagnia. Un uomo chiese al Profeta: “Quand’è l’Ora?” “Che cosa hai preparato per essa.” Disse il Profeta. “Nulla al di fuori del mio amore per Dio e per il Suo Messaggero.” Rispose l’uomo. Il Profeta gli disse quindi: “Allora sarai con chi ami.” Nel riferire questo Hadith, il compagno Anass aggiunse: “Non siamo mai stati così felici come quando sentimmo il Profeta dire: Sarei con chi ami. E io amo il Profeta, Abu Bakr e Omar e spero di essere con loro per ragione del mio amore per loro anche se non ho operato tanto quanto loro.”
Il dono della sua nascita per noi oggi non è meno promettente di quanto lo era per i suoi diretti compagni. Dice il Profeta, pace su di lui: “Tra coloro che mi amano di più nella mia comunità, ci sono persone che verrano dopo di me, e che saranno pronti a sacrificare le loro famiglie e i loro beni per me.” Queste persone sono chiamate “Fratelli” dal Profeta in altri detti, e si accostano ai compagni quanto all’elezione e al beneficio divino: “I precursori tra gli immigrati e gli Ausiliari e coloro che li hanno seguiti nella via dell’eccellenza sono compiaciuti da Dio e loro si sono compiaciuti di Lui.”
Che la preghiera, la pace e la benedizione di Dio siano sul Messaggero Muhammad, i suoi familiari, i suoi compagni e i suoi fratelli.