I misteri del digiuno
Imam Abu Hamid Al-Ghazali
Il digiuno è “un quarto della fede”, avendo affermato il Profeta, su di lui la pace,: “Il digiuno è metà della pazienza” e “la pazienza è metà della fede”. Esso si distingue fra gli altri pilastri della fede per una particolare relazione con Iddio eccelso, avendo Egli dichiarato, secondo quanto ha riferito il Suo Profeta: “Ogni opera buona sarà moltiplicata per dieci fino a settecento, eccettuato il digiuno, poiché questo appartiene a Me ed io lo ricompenserò”. Ha detto pure l’Altissimo: “Egli pagherà la loro mercede ai pazienti senza misura”. E poiché il digiuno è “metà della pazienza”, la sua ricompensa sorpassa le regole della valutazione e del computo.
Per conoscere il suo merito ti basti quello che ha detto il Profeta: “Per Colui nelle cui mani è la mia anima, i resti di cibo nella bocca di chi digiuna sono presso Dio più fragranti del muschio”. Dice infatti Dio grande e potente: “Chi digiuna trascura appetito, cibo e bevande per Me. Il digiuno mi appartiene ed io ne stabilisco la ricompensa”.
Il Profeta ha detto: “Il Paradiso ha una porta detta Rayan per la quale non entrano se non quelli che digiunano: essa è il luogo promesso per l’incontro con l’altissimo Iddio in ricompensa del digiuno”. E ancora: “Chi fa il digiuno ha due gioie: l’una al momento in cui lo interrompe, l’altra quando incontra il suo Signore”. E ancora: “Ogni casa ha una porta e la porta del culto è il digiuno”, e “Il sonno di chi digiuna è culto”. Di colui che digiuna il Profeta disse: “Iddio dice: Angeli Miei, osservate il Mio servo: per Me ha lasciato da parte appetito, piacere, cibo e bevande””.
A proposito delle parole dell’Altissimo: “E nessun anima conosce qual grande gioia è in serbo nascosta per loro in premio delle loro azioni buone.” Si è detto: per azione buona qui si deve intendere il digiuno, avendo Dio affermato: “Egli pagherà la loro mercede ai pazienti senza misura”. Ragion per cui sarà data a chiunque digiuna, senza che venga pesata, larga ricompensa al di là di ogni immaginazione e valutazione.
Del resto è giusto che sia così, dal momento che il digiuno appartiene a Lui è nobilitato in relazione a Lui, anche se a Lui appartengono tutti gli altri atti di culto, così come è nobilitata la sacra Casa in relazione a Lui, mentre tutta la terra gli appartiene. Ciò per due ragioni: l’una che il digiuno, essendo astensione e rinuncia, è in se stesso un segreto, mancandovi azione che si possa vedere, a differenza di tutte le azioni pie che sono esposte allo sguardo delle creature. Non vedendolo se non Iddio grande e potente, il digiuno è opera del tutto interiore. L’altra è che il digiuno serve a soggiogare il nemico di Dio, il diavolo i cui mezzi sono gli appetiti i quali si fortificano col mangiare e col bere. Perciò disse il Profeta, su di lui la pace: “Satana circola nell’intimo dell’uomo alla stessa maniera del sangue; restringetegli quindi i suoi canali con la fame”. E ad ‘Aisha disse: “Continua a battere alla porta del Paradiso”. “Con che?” chiese lei. “Con la fame” rispose il Profeta, su di lui la pace. Servendo in modo particolare a soggiogare il diavolo, a sbarrare le sue vie, a restringergli i suoi canali.
L’inizio sta nello sforzo da parte della creatura e la ricompensa nella guida da parte di Dio grande e potente! Perciò ha detto l’Altissimo: “Ma quelli che lotteranno zelanti per Noi, li guideremo per le Nostre vie”. E: “Dio non muta la Sua grazia ad un popolo finché essi non mutino quel che hanno in cuore”. Ed invero il mutamento è dato dal moltiplicarsi degli appetiti che sono campo e pascolo dei demoni: finché essi rimangono fertili, i demoni non cessano di aggirarvisi, e finché questi continuano ad aggirarvisi la maestà di Dio glorioso non si rivela all’uomo e il Suo incontro gli resta precluso. Disse il Profeta, su di lui la pace: “Se i demoni si levassero dai cuori dei figli di Adamo, questi certamente guarderebbero al regno dei Cieli.”