Il Ritiro spirituale, la spiritualità al centro della vita
Negli scorsi giorni PSM ha tenuto il suo annuale Ritiro spirituale (Ribat) nazionale, che costituisce una tappa fondamentale nelle sue attività di educazione e purificazione spirituale rivolte ai suoi aderenti.
Lo scopo principale di quest’attività è di tagliare con le abitudini mondane di tutti i giorni e consacrare tutto il proprio essere e il proprio tempo a invocare l’Altissimo, a recitare, meditare e memorizzare la Sua sublime Parola e a bussare instancabilmente alla Sua Porta implorando con insistenza il Suo perdono, la Sua guida e la Sua prossimità.
Il programma del ritiro spirituale ha offerto diversificati momenti di adorazione per beneficiare al massimo del tempo disponibile. Al risveglio nel profondo della notte segue una sessione di “Dhikr” (Ricordo di Dio) ripetendo abbondantemente “La ilaha illa Allah (non c’è divinità all’infuori di Dio)”, questa prima sessione di dhikr, che precede la veglia di preghiera del “witr an-nabawi”, ci preparava a esprimere al Creatore Altissimo nell’intimità della notte il nostro bisogno e la nostra povertà attraverso ad-du’aa (l’invocazione). Prima della preghiera dell’alba, il programma della notte è coronato da una sessione di “istighfar” (implorazione di perdono) giacché non è dato all’uomo di esser irreprensibile. Una volta assolta la preghiera del Fajr, ci si sedeva per la seduta di “Shuruq”, fino al sorgere del sole, invocando la pace sul Messaggero e ripetendo “La ilaha illa Allah”, dopo una breve pausa la mattinata veniva inaugurata con le preghiere supererogatorie di “Duha”. Ampie parti del programma sono state dedicate alla recitazione, all’ascolto, alla meditazione, alla memorizzazione e al ripasso del Corano. Le cinque preghiere della giornata venivano precedute da sedute di Dhikr, d’invocazione della pace sul Profeta (Salat ‘ala Rasuli Allah) per illuminare il cuore e di ripetizione di “La ilaha illa Allah” per riempirlo di amore e di fede, preparandoci ad una preghiera di umiltà e di raccoglimento, realizzando così l‘essenza stessa della preghiera. Il digiuno, che era parte integrante del ritiro spirituale, costituiva lo stato più propizio alla meditazione e alla presenza a Dio, consentendo all’anima resa più leggera di elevarsi spiritualmente.
Riportiamo di seguito alcune testimonianze di giovani che hanno partecipato in gran numero al Ritiro di quest’anno:
“Durante i primi giorni, la mia “nafs” (ego) ha fatto dei “capricci”, se possiamo dire cosi, in quanto abituata alle distrazioni di tutti i giorni: il lavoro, la famiglia e le cose di questa vita terrena, non avrebbe accettato di essere rinchiusa. Ma con la preghiera, il digiuno, le invocazioni e l’amore contagioso dei fratelli è ritornata alla sua forma vera, cioè quello di bisogno del contatto diretto col suo Creatore! Che Dio ci dia ancora altre occasioni per stare insieme in tanti ma in realtà tutti rinchiusi in un unico cuore.
[Fabrizio]
Un’emozione che vivo particolarmente in questo tipo d’incontri è l’amore (al-mahabba). Vengo ogni volta e non conosco la maggior parte delle persone, però il fatto di condividere momenti ed emozioni intense come Dhikr, la lettura del Corano, la veglia di preghiera .. ci fa sentire più unite attorno ad un unico scopo, e le persone che non conoscevo mi sembra di conoscerle da una vita. MashAllah, l’amore che ci lega è imparagonabile, emozionante e attivo.
[Fatima-Zahra]
È tutto l’anno che aspetto che mi venga comunicata la data del ritiro spirituale, tutto l’anno che mi preparo (spiritualmente) per abbeverarmi da esso, viverlo nella sua profondità. In questo ambiente dominato dal ricordo di Allah, dal Corano, dall’amore in Dio e dalla fratellanza, sento il mio cuore purificarsi, battere forte, bloccarsi qualche volta il respiro, soprattutto quando faccio dhikr o ascolto la recitazione della Parola di Dio Onnipotente.
Oso dire che quando mi trovo nel ribat vivo nel vero profondo senso della parola, in un altro mondo, in un’altra realtà, in un’altra dimensione diversa dai pensieri e dalle azioni mondane. La lode spetta a Dio per averci donato la grazia di fatto vivere questa esperienza edificante dello spirito e del cuore.
[Hudaifa]
Non mi sono mai sentito così a contatto con Dio come in questi giorni. È stata un’esperienza straordinaria perché tutta la giornata era finalizzata a migliorare la nostra relazione con l’Altissimo. In particolare mi sono piaciuti i lunghi momenti di ricordo di Dio (Dhikr), mi piacciono tantissimo poiché normalmente non sono abituato a farlo.
[Ussama]
Ho passato cinque giorni della mia vita con fratelli da tutta Italia e l’emozione che ho provato nel ricordare Dio e il Suo Messaggero è stata grandissima. In questo ribat viviamo circondati da persone che non vogliono altro che il nostro bene, un bene sincero che non chiede nulla in cambio se non il Volto di Dio e la compagnia del Profeta, su lui la pace. Noi giovani ci siamo sentiti parte di ogni cosa e non estranei, e abbiamo capito la nostra importanza e il nostro valore aggiunto nel progetto di PSM, speriamo di non deludere nessuno.
[Sara]
Vedi anche: Il ritiro spirituale, dieci giorni alle porte di Dio