L’adolescenza, conoscersi per crescere insieme
Dott.ssa Melissa Biordi, psicologa dell’età evolutiva, della Rep. Di San Marino
“L’adolescenza è una scoperta personale durante la quale ogni soggetto è impegnato in una esperienza: quella di vivere, e in un problema: quello di esistere”. Donald Woods Winnicott
L’adolescenza è quel tratto dell’età evolutiva caratterizzato dal passaggio dallo stato infantile a quello adulto dell’individuo. Quando si parla di adolescenza, è molto importante ricordarsi che essa è un tema di carattere prettamente psicologico, e darle limiti fissi è un’impresa molto difficile, di solito si considera il periodo dagli 11 ai 19 anni; di fatti ogni individuo, in base alla propria personalità, alle proprie caratteristiche e alle proprie esperienze di vita, può maturare in momenti diversi o comunque vivere in maniera personale il periodo adolescenziale.
L’adolescenza inizia con la pubertà (cioè il periodo caratterizzato da cambiamenti fisici attraverso i quali il corpo di un bambino diviene un corpo adulto capace di riproduzione).
Nelle ragazze questa fase coincide con il menarca (la prima mestruazione) intorno ai 10-12 anni; mentre nei ragazzi l’adolescenza si manifesta, con il cambiamento della voce e la crescita della barba e si colloca intorno ai 14 anni.
Al cambiamento fisico si associano esperienze emozionali molto intense:
• Per la consapevolezza dei propri cambiamenti corporei che impongono la ricerca di nuovi equilibri nei rapporti con il mondo e con il proprio sé;
• Per la precocità del cambiamento rispetto a quello dei coetanei;
• Per il suo ritardo che suscita in chi si aspetta di cambiare, ansie e incertezze in rapporto a chi è già cresciuto.
Sul piano psichico, in merito alle funzioni cognitive, avviene il passaggio dal pensiero concreto a quello formale. Si sviluppano nuove raffinate capacità mentali come quella di ragionare per ipotesi astratte e di riflettere sul proprio pensiero. Lo sviluppo affettivo e quello relazionale, vedono il giovane impegnato a rapportarsi e confrontarsi con i coetanei, a far parte di un gruppo, a modificare la relazione con i genitori.
Questi processi maturativi agiscono insieme determinando, anche sul piano comportamentale, grandi cambiamenti non sempre facili da comprendere.
Alla conquista dell’autonomia e alla ricerca di un’identità stabile, l’adolescente, non più bambino e non ancora adulto, sente la necessità di sperimentarsi per crescere.
L’acquisizione dell’autonomia permette di intraprendere nuove attività e di adottare stili di condotta diversa, collegati a nuovi modi di mettersi in rapporto con gli altri.
L’adolescente, infatti, entrando in contatto con tanti coetanei che condividono gli stessi problemi (a scuola, nel tempo libero), rafforza ed estende le proprie relazioni con il gruppo di pari così che tali relazioni diventino più frequenti, intense ed efficaci.
[author ]Donald Woods Winnicott[/author]
L’adolescenza.. un periodo difficile
Nella lettura scientifica, questa fase evolutiva è vista come un periodo di grande agitazione e tumulto emotivo, suscitati dai rapidi cambiamenti fisici e da richieste di maggiore responsabilità’ nell’ambito famigliare, combinate con una o più accentuata identificazione con i coetanei del mondo esterno;
L’adolescenza psicologica, invece è quel periodo in cui il giovane in crescita sta imparando a rinunciare alla dipendenza protetta dell’infanzia per avviarsi all’indipendenza e alla responsabilità della vita adulta. Uno degli aspetti certamente più complicati di questo periodo è l’incredibile altalena tra un umore e l’altro e dei sentimenti che lo accompagnano.
L’adolescenza è un periodo evolutivo in cui il ragazzo sta tentando di crearsi un’identità personale. Da bambino prendiamo la nostra identità dai nostri genitori; in realtà, essi ci dicono chi siamo, a chi apparteniamo, ed è spiegandoci cosa si aspettano da noi che diventeremo crescendo. Questa identità c’è quindi imposta inizialmente dall’ambiente in cui siamo inseriti: un’identità esterna che “funziona” finché siamo in una posizione dipendente. Ma man mano che cresciamo e ci distacchiamo dalle nostre “radici” possiamo scoprire che le nostre aspirazioni sono in conflitto con le aspettative dei nostri genitori. Questo è il motivo per cui uno dei più comune disagi emotivi dell’adolescenza è chiamato “crisi d’identità” (Periodo d’intensa preoccupazione, incentrata sul rapporto tra sé e gli altri intorno.).
In questo senso si può parlare di uno spazio fisico, mentale, psicologico e sociale. Lo spazio fisico è il corpo, teatro di tumultuose trasformazioni.
Lo spazio psicologico riguarda il processo d’individuazione, di definizione di sé rispetto alle figure familiari di riferimento, un processo molto contraddittorio e ambivalente, caratterizzato dalla presenza contemporaneamente del desiderio di autonomia e del bisogno di protezione, di libertà e ribellione, di disprezzo e d’interesse per la progettualità e facile tendenza alla pigrizia e alla passività.
Lo spazio sociale è invece un’area d’instabilità tra i diversi sistemi di riferimento affettivo, educativo e formativo, come la famiglia, gli adulti, il gruppo dei pari e tra questi sistemi e altri ambiti sociali più esterni e nuovi.
Se l’adolescente ha il compito di trovare i suoi spazi per superare la crisi d’identità, anche i suoi genitori attraversano un periodo critico, in cui devono ridefinire i confini familiari in modo da renderli flessibili e da consentire così il progressivo svincolarsi dei figli.
I bisogni emotivi dell’adolescente
Il bisogno di avere delle “fondamenta” sicure da cui iniziare il processo di maturazione, e cioè di essere apprezzati e accettati come singoli individui unici e rispettabili.
Il bisogno di limiti. I limiti implicano una struttura di contenimento, entro la quale l’adolescente può elaborare un’identità per sé. Deve esserci equilibrio, lealtà e comunicazione coerente. Se non ci sono limiti, le regole non possono essere definite, e se non ci sono regole si corre il rischio di compromettere l’autorità’ costituita.
Il bisogno di libertà entro questi limiti. I limiti definiscono gli estremi di azione e reazione. Entro questi limiti l’adolescente sente di dover avere libertà di scegliere da solo mentre esplora l’area delimitata e mentre fa le sue esperienze in modo autonomo.
Il bisogno di contenere l’angoscia di base. L’adolescente s’interroga continuamente sulla propria posizione nella società, sulla sua accettabilità tra i coetanei, se debba trovare un compromesso con le idee dei suoi genitori o se debba rifiutarle. Si chiede chi è. Perché esiste, e la sua mente è occupata da problemi di essere e non essere, e sul significato dell’essere.
Il bisogno di far fronte alle crisi di fiducia. In vari momenti di questo processo evolutivo, l’adolescente perde fiducia in se stesso come persona in relazione a se stesso o come persona in rapporto ad altre. Ciò significa che cerca rassicurazione ma allo stesso tempo si comporta in modo da rendere questa rassicurazione difficile.
Il bisogno di raggiungere gli obiettivi. L’adolescente tende all’indipendenza e a una matura autonomia nel vero senso della parola. Impara a scegliere cosa fare, e cosa non fare, secondo la sua volontà.