L’aspetto esteriore del Profeta Muhammad ﷺ
Imam Abu Hamid Al-Ghazali [Ihyâ’ ‘ulum ad-dîn]
Il Profeta Muhammad, che la preghiera e la pace divina siano su di lui, non era alto tanto da distinguersi dagli altri né era basso sì da sparire; piuttosto era da considerarsi di media statura quando camminava solo; ciò malgrado, se una persona di quelle assegnate al novero delle alte gli camminava a fianco, l’Inviato di Dio appariva più alto.
La sua carnagione era azhar, né bruna né eccessivamente bianca; con azhar, si intende: bianco puro, non mescolato con giallo o rosso o altro colore. Alcuni hanno descritto la sua carnagione come tendente al roseo. Hanno detto: «Solo quelle parti che erano esposte al vento e al sole, come viso e collo, erano tendenti al rosso. Invece il colore delle parti del corpo che erano nascoste dagli abiti era di un bianco puro (azhar), con esclusione del rosso.
Quanto ai capelli, li aveva belli, non perché lisci o perché corti e crespi, ma perché, quando li pettinava erano come strisce su sabbia». Si è detto che i capelli gli arrivavano alle spalle, ma la maggior parte delle tradizioni riferiscono che i capelli gli arrivavano ai lobi degli orecchi. Muhammad, pace su di lui, talvolta ne faceva quattro trecce, sicché ogni orecchio sporgeva fra due trecce; talvolta portava i capelli sopra gli orecchi ed allora le parti del collo dall’orecchio alla clavicola apparivano lucenti. I capelli bianchi sul suo capo e nella barba erano diciassette e non superarono mai questo numero.
Il Profeta, pace su di lui, aveva il viso più bello e più luminoso di tutti gli uomini. Nessuno lo ha descritto senza rassomigliarlo alla luna nella notte del plenilunio. La soddisfazione e l’ira erano visibili sul suo volto per la chiarezza della pelle.
Aveva, pace su di lui, fronte larga e sopraccigli lunghi, folti, distanti l’uno dall’altro sicché lo spazio fra essi era come di puro argento. Aveva occhi molto grandi, neri con striature di rosso, ed era tanta la quantità dei peli delle ciglia che male si distingueva la linea ove esse nascevano. Aveva naso aquilino, ossia naso regolare. Aveva, pace su di lui, denti distaccati l’uno dall’altro, separati e, quando ridendo li mostrava, scopriva qualcosa che era come la chiarezza del lampo allorché brilla.
Per le labbra era uno degli uomini più belli, era fra loro quello che aveva la bocca più fine quando la chiudeva. Aveva guance piatte e sode, non una faccia lunga, ma neppure carnosa. Aveva barba folta che lasciava crescere, ma curava i baffi. Aveva il più bel collo di tutti gli uomini, un collo che non si poteva dire essere lungo o corto. La parte di esso esposta al sole e al vento era come bricco d’argento misto ad oro, luccicando per la bianchezza dell’argento e il rosso dell’oro.
Aveva petto largo e una parte del corpo non invadeva con la sua carne altra parte, ma era come specchio per levigatezza e luna piena per bianchezza; l’alto del petto e l’ombelico erano congiunti da peli non ispidi, come spada, e non v’erano altri peli sul suo petto o sul suo ventre. Aveva tre pieghe sul ventre, una delle quali era coperta dall‘izar, mentre le altre erano visibili. Aveva larghe spalle pelose, e grosse erano le ossa principali della sua struttura, come quelle delle scapole, dei gomiti, delle anche. Aveva dorso largo; fra le spalle adiacente alla scapola destra vi era il sigillo della profezia: un neo di colore nero tendente al giallo con attorno peli l’uno di seguito all’altro come criniera di cavallo. Aveva omeri e avambracci grossi, lunghi i due ossi dell’avambraccio, larghe le palme e lunghe le dita come verghe d’argento. La sua palma era più morbida della seta ed esalava buon odore, come quella d’un profumiere, sia che egli la toccasse o non con profumo. Se qualcuno gli dava la mano, l’odore persisteva in questa tutto il giorno.
Quanto alla sua andatura era come se si staccasse da una roccia e scendesse per un declivio. Avanzava con riserbo; aveva un modo di procedere lento, senza ondeggiamenti, con passi ravvicinati. Soleva dire: «Io rassomiglio più di tutti gli uomini a Adamo, e il mio avo Ibrahim è stato quello fra gli uomini che più mi era somigliante nella figura e nel temperamento».