Notevole successo della tavola rotonda “Spiritualità e Nonviolenza” a Udine
Grande successo della Tavola Rotonda Spiritualità e Nonviolenza, promossa da PSM in collaborazione con il Centro Misericordia e Solidarietà di Udine, in commemorazione dell’anniversario della scomparsa dell’imam Abdessalam Yassine. Una grande partecipazione di pubblico e una importante risposta della cittadinanza e delle istituzioni.
La Tavola è stata aperta con i saluti del Prefetto, del Sindaco e del Questore di Udine, dell’assessora regionale del Friuli VG e del vicario del Vescovo di Udine. Sono intervenuti in seguito i tre relatori: il prof. Franco Cardini, il dott. Houssien El Ouariachi e il dott. Brahim Baya.
Ci torneremo con un servizio video che riprende i diversi momento dell’evento.
Qui il #Saluto_di_PSM pronunciato da Idriss Bakari della Direzione Nazionale di PSM:
Un saluto di pace a tutte e tutti voi,
Innanzitutto vorrei ringraziare, a nome di PSM, il Comune di Udine, per il patrocinio che ci concede, e il Centro Misericordia e Solidarietà di Udine che ha curato insieme a noi l’organizzazione di questo evento; un ringraziamento anche agli illustri relatori per aver raccolto il nostro invito e a tutte e tutti voi per aver voluto condividere con noi questo momento.
Tra pochi giorni, il 27 gennaio, celebreremo il Giorno della Memoria, il ricordo delle vittime di uno degli atti di violenza più atroci della storia umana, l’Olocausto, lo sterminio di milioni di esseri umani: ebrei, rom, omosessuali, disabili, oppositori politici… L’immagine dell’orrore dei campi di sterminio resterà per sempre scolpita sulla fronte della nostra umanità a testimonianza della violenza indicibile della nostra epoca.
Questa Tavola rotonda vuole essere un momento di riflessione sullo stato del nostro mondo dove la libertà e la giustizia sono minate; dove la violenza, il terrorismo e la guerra sono ovunque. Un momento di riflessione sul ruolo della spiritualità nella promozione di un mondo migliore.
Il termine “Spiritualità”, per molti evoca il ritiro dal mondo e la solitudine, dal nostro punto di vista invece esso evoca esattamente il contrario. Essere nella spiritualità significa innanzitutto lavorare per un futuro umano per l’uomo, un futuro di giustizia e dignità per tutte e tutti.
Affermare ciò è in sé un atto di resistenza di fronte alla logica di un sistema che imprigiona il senso e il valore nel calcolo della sola performance economica, occultando la dimensione spirituale dell’essere umano.
Il Corano ci presenta l’equità e la giustizia come prerequisiti per il perfezionamento spirituale, è detto infatti nel capitolo Le Api: «Dio via comanda la giustizia e il perfezionamento spirituale.»
Non siamo quindi mai più vicini a Dio di quando ci impegnano per realizzare la giustizia per gli uomini. Possiamo dire che la spiritualità assume un senso soltanto nella relazione con gli altri, nella partecipazione con gli altri a fare società, a costruire il bello, il giusto, il vero.
La spiritualità ci dona la sicurezza che il mondo può essere trasformato e che gli uomini devono esservi attori. Essa, nel cuore delle nostre società di consumo, ci richiama al senso, alla responsabilità, alla disciplina personale, a imparare a vivere insieme.
Siamo profondamente persuasi che l’Islam e i musulmani, piuttosto che essere una minaccia, o considerati come tali, sono, ora e in futuro, un prezioso alleato di tutti i loro fratelli nell’umanità per realizzare la fratellanza e la pace universale.
Concludo con questa citazione dell’imam Abdessalam Yassine, di cui questa Tavola è anche una celebrazione dell’anniversario della sua dipartita, avvenuta il 13 dicembre 2012. Scrive l’imam, pace alla sua anima, nel libro «Islam e modernità, per una comprensione reciproca»:
«Vi tendiamo la mano, anime sorelle nell’umanità, qualunque sia la vostra fede purché sia la compassione umana e l’amore per gli uomini ad animare i vostri cuori e le vostre azioni… Lo siamo al fine di concludere un patto di non aggressione all’uomo e alla sua dignità, un patto di universale bontà per l’uomo e per il suo habitat, un patto per una bontà attiva, militante, generosa. Un patto per bandire l’esclusione, l’odio razziale, il disprezzo per le creature di Dio, e la violenza contro l’uomo e l’ambiente in cui vive.»